L’Australia è stato l’ultimo Paese ad aver ratificato il protocollo di Kyoto: il 3 dicembre 2007 il primo ministro australiano ha infatti firmato il decreto di ratifica, ratifica che è entrata effettivamente in vigore dall’11 marzo 2008.
Nonostante questo ritardo, la macchina governativa si è messa in moto e, a pochi mesi dalla ratifica di Kyoto, l’Australia si è già dotata di uno strumento "contabile" che è stato messo a disposizione dei decision-makers a diversi livelli, sia politici che manageriali di vario tipo, per consentire loro di effettuare una valutazione dei target raggiungibili (anche sul lungo periodo) con un’attenta considerazione delle analisi costi/benefici.
Questo strumento è stato sviluppato dal Climate Institute australiano ed è stato presentato la settimana scorsa. Si tratta di un modello liberamente scaricabile dalla rete con il quale, tramite una semplice interfaccia che utilizza fogli Excel, è possibile stabilire i propri target di riduzione delle emissioni per il 2020 e studiare le combinazioni di opzioni possibili per raggiungerli. Tutto ciò in vari settori (dall’agricoltura ai processi industriali, ai trasporti, al settore energetico, ecc.) e con una chiara analisi costi/benefici, al fine di ottimizzare le proprie azioni senza pesare sull’economia, ma anzi incentivandola.
Vi invito a scaricare il modello e a giocarci un po': constaterete subito la sua flessibilità e facilità di utilizzo. Certo la realtà "fotografata" è quella australiana, ma cosa volete… noi non abbiamo uno strumento di questo tipo…
Che bell’esempio per i nostri governanti, eh? Invece di "fare melina", puntare i piedi e cercare una scappatoia all’ultimo momento, perchè non ci si è messi a lavorare seriamente, ad esempio commissionando strumenti di questo tipo ai nostri Enti di ricerca, per avere informazioni su come ottimizzare le azioni di riduzione e nel contempo incentivare la nostra moribonda economia, ad esempio in termini di risparmio energetico e di produzione di nuovi posti di lavoro per tecnologie ecocompatibili?
Ormai è tardi per piangere sul latte versato. Tutto il mondo sta andando verso una certa direzione (vedi anche le prime dichiarazioni del neo-Presidente Obama sull’ambiente) e noi, ancora una volta, arranchiamo…
In questi momenti la rabbia sale… Cerchiamo di incanalarla in modo costruttivo verso soluzioni concrete…
… E queste, ovviamente, dovranno partire dal basso…